INNESTO A SPACCO

INNESTO A TRIANGOLO

Quest'innesto è l’unico che si effettua in pieno riposo vegetativo, cioè nei mesi di Gennaio e Febbraio. Le piante che si adattano a questo tipo d'innesto sono prevalentemente il pero e il melo.
Effettuare una incisione nel legno a forma di triangolo e preparare la marza con la stessa inclinazione del taglio. E' molto importante che il triangolo sia delle stesse dimensioni dell'intarsio che abbiamo effettuato sul porta innesto (e ciò al fine questo per aumentare l'attecchimento dell'innesto).
Inserire la marza nell'intarsio e legare con rafia e coprire tutto con del mastice.


ARANCIO

Generalità: L'arancio è un ibrido diffuso in tutto il mondo in coltivazione, ma originario dell'Asia, ormai da centinaia di anni si sviluppa come una specie a se stante; sembra che le prime arance siano state portate in Europa dai mecanti portoghesi, per questo motivo in molti dialetti la parola portogal, o portugal, indica le arance. Gli aranci sono alberi di medie dimensioni, che possono ragigungere i 5-8 metri di alteza, con chioma densa, tondeggiante, sempreverde; il fogliame dell'arancio è di forma ovata o laceolata, di colore verde scuro, lucido, leggermente spesso e consistente. In primavera produce piccoli fiori bianchi, detti zagare, intensamente profumati; esistono numerosissime cultivar, che si differenziano per la forma e la dimensione dei frutti, ma anche per l'epoca di maturazione: la arance maturano da ottobre, fino a febbraio, a seconda della specie. I frutti dell'arancio sono tondegianti, di colore arancio o rossastro, con buccia amarognola, e polpa succosa, divisa in spicchi. Le arance vengono coltivate in tutto il mondo come frtutti da consumare freschi o in confettura, ma vengono utilizzati anche i fiori e la buccia dei frutti in profumeria e in fitoterapia. In genere il citrus sinensis viene innestato su altre specie di rutacee, come l'arancio amaro, C. aurantium, o il Poncirus trifoliata; in questo ultimo caso le piante originate da questo innesto sono molto più resistenti al freddo.

Esposizione: le arance si coltivano in luogo soleggiato, e semiombreggiato; temono il gelo intenso e prolungato, quindi nelle zone con inverni molto rigidi vengono cotlivati in serra fredda o riparati con agritessuto o teli in plastica; anche nelle zone con inverni miti è consigliabile posizionare gli alberi di arancio in luogo riparato dal vento, visto che gelate tardive o venti molto freddi possono rovinare irreparabilmente i boccioli o i giovani frutti.
Annaffiature: le piante del genere Citrus sopportano senza problemi la siccità, che però, soprattutto se prolungata, causa la perdita dei fiori e dei frutti; per una fruttificazione ottimale è quindi bene annaffiare regolarmente le piante, da marzo a ottobre, evitando gli eccessi, ed attendendo che il terreno si asciughi tra un'annaffiatura e l'altra. Durante il perido vegetativo ricordiamo di fornire del concime per agrumi, ogni 10-15 giorni, mescolato all'acqua delle annaffiature.
Terreno: utilizziamo un composto ricco di humus, soffice e molto ben drenato.
Moltiplicazione: avviene in genere per talea, o per innesto su altre rutacee.
Parassiti e Malattie: l'arancio teme l'attacco della cocciniglia.

PATATA

Generalità: originaria delle regioni tropicali dell'America centro - meridionale, è una pianta erbacea con radici avventizie che partono da nodi del fusto sotterraneo a mazzetti di tre o quattro. La pianta di patata contiene la solanina, un alcaloide velenoso, presente in maggiore quantità nei germogli e nella bacca a maturazione.

Il tubero: è la parte commestibile della patata, è un fusto sotterraneo, dove la solanina è presente in minore quantità ed è raccolta intorno ai cosiddetti occhi. Il tubero maturo contiene quantità trascurabili di solanina.
Il sistema radicale è assai ramificato e abbastanza superficiale.
La parte aerea è formata da uno o più fusti, prima eretti e poi ripiegati sul terreno.

Le foglie: sono composte ed irregolarmente pinnate.

Clima: la coltura trova condizioni ottimali in climi temperati, benché spostando il ciclo colturale si adatta a climi diversi. Il gelo danneggia le foglie e arresta lo sviluppo dei tuberi.

Terreno: deve essere profondo ben lavorato, sciolto e ricco di sostanza organica, potassio, fosforo e poco calcio, il pH ottimale è quello leggermente acido.

Avvicendamento: si consiglia di ricoltivare la patata ogni cinque anni sullo stesso terreno.

Consociazione: favorevole quella con fagioli, finocchi, cavoli, piselli e fave.

Semina e messa a dimora: le patate dette da seme devono avere un diametro tra i quattro e gli otto centimetri, ed un peso intorno ai cinquanta grammi ognuna. Le patate più grosse si possono tagliare per ricavarne dei pezzi provvisti ognuno di almeno due gemme. Conviene compiere questa operazione alcuni giorni prima della semina perché le ferite abbiano il tempo di cicatrizzarsi.
Sul terreno ben lavorato, si tracciano dei solchi ad una distanza sulle file di cinquanta-sessanta centimetri.
I tuberi vengono distribuiti ad una distanza di venticinque-trenta centimetri e ricoperti di terra sciolta per uno spessore di tre-sette centimetri. Si può ricorrere alla pregermogliazione mettendo a dimora tuberi con germogli già sviluppati.
Prima della semina si deve effettuare un'accurato spietramento per evitare che le nuove patate crescano deformi.

Cure colturali: il terreno deve esser tenuto ben areato e fresco con sarchiature, diserbo e rincalzature.

Concimazioni: le concimazioni, prevalentemente potassiche, devono essere effettuate quando la pianta ha raggiunto i dieci centimetri.

Raccolta: avviene quando in primavera i tuberi si staccano dagli stoloni, ma è bene non effettuare la raccolta prima che appassiscano le foglie.
La raccolta si effettua a mano con gli attrezzi tradizionali, o a macchina se si tratta di coltura in pieno campo. E' bene cheI tuberi portati alla luce si asciughino per qualche tempo al sole sul terreno e quindi vanno conservati in un luogo buio, poiché la luce fa germogliare gli occhi e stimola la formazione di solanina.

Irrigazioni: sono molto importanti, soprattutto nei momenti di carenza idrica, sono da evitare i ristagni d'acqua.

Avversità: tra i parassiti che attaccano la patata i più importanti sono: la dorifora decemlineata che è un coleottero che si nutre delle foglie della pianta sia come larva che come insetto. Si combatte con prodotti a base di arsenico. Il grillotalpa che agisce di notte da metà marzo a metà ottobre e si combatte con esche avvelenate. Il maggiolino allo stato larvale.
Le malattie da virus possono provocare ingiallimento e nanismo. Ricordiamo il virus 14 che provoca l'accartocciamento delle foglie. Fra le crittogame ricordiamo la peronospora che colpisce foglie e tuberi provocando annerimento e la morte, si previene con irrorazioni a base di solfato di rame.
- Il mal bianco del pedale attacca ogni parte della pianta provocando l'imbrunimento e la morte.
- Il marciume secco provocato da verticillum e fusarium che attaccano la patata formando cavità che anneriscono e provocano l'essiccamento della pianta.

Varietà: sono numerosissime e possono dividersi in tonde o lunghe, pasta gialla o bianca, precoci o tardive.
Le più note varietà sono; la Bianca Comasca tonda a polpa bianchissima, la Quarantina di Chioggia precoce, tonda a polpa gialla. La tonda di Napoli a polpa bianca, la Eesteling a breve ciclo di cento giorni. La Kennebek precoce a pasta bianca usata soprattutto per le patate fritte.

BUCCO

Le foglie del Bucco nota pianta officinale dalle proprietà curative originaria dell'Africa del sud, sono utilizzate in omeopatia per le proprietà diuretiche e antisettiche urinarie, simili a quelle dell'Uva ursina e può essere utilizzata sia come disinfettante urinario che diuretico.

Il potere antisettico è dovuto alla liberazione di derivati fenolici (l'olio essenziale è ricco in diosfenolo), mentre l'azione diuretica è da attribuirsi sia ai flavonoidi che al terpinene-4-olo presente nell'olio essenziale.
Può essere utilizzato nelle affezioni della prostata, nella cistite e nelle flogosi lievi delle vie urinarie sotto forma d'infuso, dì tintura e di estratto fluido.
Presente anche un'azione antisettica a livello bronchiale e proprietà sudorifere.

Messa a dimora delle patate

ANICE

Generalità: pianta erbacea annuale originaria del mediterraneo orientale e dell'Asia. Produce fusti eretti, verdi, semilegnosi, abbastanza ramificati, alti circa 60-70 cm; le foglie sono ovali, finemente settate, di colore verde brillante. In estate produce grandi infiorescenze ad ombrello, costituite da fiorellini bianchi, talvolta così pesanti da piegare i fusti che le portano. In estate produce piccoli frutti verdi, ovali, ruvidi, che vengono raccolti per essere essiccati e quindi utilizzati in cucina. L'anice verde viene molto utilizzato in tuto il mondo, soprattutto per aromatizzare liquori, caramelle e dolci, ma talvolta anche insaporire piatti di carne o di pesce, oppure per il pane. I frutti si raccolgono in estate inoltrata i si fanno essiccare all'aria, si utilizzano interi o macinati; si possono conservare in barattoli con chiusura ermetica o nel congelatore; generalmente in cucina si utilizza però l'olio aromatico ricavato dai frutti essiccati.
Esposizione: l'anice necessita di posizioni molto soleggiate per crescere al meglio, ama i luoghi caldi e preferisce zone con estati lunghe e molto calde.
Annaffiature: solitamente si accontenta delle piogge, poiché preferisce la siccità al terreno bagnato. Nel caso di lunghi periodi siccitosi o di piantine poste a dimora in contenitori piccoli è consigliabile annaffiare la pianta saltuariamente, qualora mostrasse chiari segni di deperimento.
Terreno: l'anice gradisce terreni ricchi, fertili sicuramente molto ben drenati, e asciutti.
Moltiplicazione: avviene per seme, in febbraio-marzo in semenzaio in luogo protetto, oppure in aprile direttamente a dimora.

INNESTO A CORONA

Praticare con un segaccio un taglio del portainnesto in modo da formare una superficie piana. Effettuare quindi un taglio perpendicolare a quello precedente e sollevare dolcemente il cambio. Inserire la marza precedentemente preparata nella fessura. La marza sarà tagliata a "penna" e dovrà essere di circa 10 cm con quattro o cinque gemme.
E' opportuno mettere più di una marza in relazione alla grandezza del diametro del portainnesto, solitamente sono due o quattro.
Una volta eseguito l'innesto si lega con rafia avendo cura di coprire i tagli con del mastice.
Il periodo ideale per praticare questo tipo di innesto è il mese di aprile.

LENTICCHIA

Generalità: si tratta di una piccola erba annuale simile al pisello, alta fino a 45 cm, coltivata per il seme edule.
I fusti si ripartono da una breve radice a fittone.
Le foglie sono alterne, pennate con quattro-sei paia di foglie oblunghe, terminano in un corto viticcio. Le foglioline hanno alla base dei rigonfiamenti (pulvini), che permettono alla foglia di ripiegarsi in condizioni di siccità.
Il frutto è un baccello che contiene all'interno i semi.

I fiori: bianchi o sfumati di azzurro, sono disposti in gruppo di due o tre su pedicelli ascellari.


Clima: predilige il clima temperato;

Terreno: predilige i terreni grassi e argillosi o i terreni del fondo valle ricchi di sali fosfo-potassici;.

Avvicendamento: è una pianta da inizio rotazione, è poco frequente la sua consociazione con ortaggi;

Semina: si semina in autunno al SUD e a fine inverno al nord, piantate in file con sesto 30-35 cm tra le file e 6-8 cm sulla fila; a una profondità non superiore ai due centimetri, a fine inverno al sud, a primavera inoltrata al nord.
Nelle specie cosiddette nane si terra la distanza di cm 60 tra le file e 6-7 cm sulla fila. Si semina su terreno ben sviluppato e inumidito. Prima di seminare è meglio mettere in acqua i semi per una notte.

Cure colturali: devono essere effettuate ripetute sarchiature per mantenere il terreno areato e sciolto e leggere rincalzature.
Le annaffiature: si praticano dopo la semina per facilitare la germinazione e si ripetono in particolare nella fase che va dalla fioritura all'ingrossamento dei baccelli.

Concimazioni: sarebbe opportuno effettuare una concimazione letamica alla coltura precedente. Si possono spargere 2 quintali di letame molto maturo per cento metri quadri di orto, interrandolo profondamente per tempo.
Importante può essere un apporto fosfopotassico, a base di cenere di legno nella dose di 5-10 Kg per 100 mq.

Raccolta: avviene in giugno - luglio prima che la pianta secchi.

Avversità: fra i parassiti più comuni si ricordano:
L'antracnosi e la ruggine: malattie crittogame che si prevengono irrorando solfato di rame.
Fra gli insetti è dannoso il Tonchio che si combatte con solfuro di carbonio usato in ambienti ermeticamente chiusi.
Dannose sono anche le lumache e le chiocciole soprattutto dopo le piogge. Si eliminano manualmente o con trappole ed esche.
Gli afidi si possono eliminare biologicamente con irrorazione di macerazioni di piante adatte.

Varietà: in Italia vengono coltivate in Sicilia, in Puglia, in Abruzzo e nel Lazio; oltre al tipo normale esistono le cosiddette lenticchie Marzoline e La Lente rossa di inverno.

FICHI

Descrizione
Pianta di origini antichissime, proveniente dai paesi mediorientali, (Turchia, Siria e Arabia).
E' un albero che raggiunge i 7-8 m d'altezza, ha foglie grandi a tre e cinque lobi, spesse e rugose. Alcune varietà possono produrre due tipi di frutti, i primi si raccolgono a maggio giugno e sono chiamati i "fioroni", sono generalmente di grossa pezzatura, mentre la seconda produzione, detti "fichi veri", si raccolgono ad agosto-settembre e sono di pezzatura inferiore rispetto ai fioroni. Le piante che producono frutti due volte l'anno sono chiamate "bifere", mentre quelle che producono una sola volta l'anno sono chiamate "unifere". Il Fico è semplice da coltivare, non ha particolari esigenze, a parte la sensibilità alle temperature troppo basse, infatti, a circa 8-10 gradi sotto zero, può morire l'intera pianta. Il Fico predilige i terreni sassosi e calcarei, mentre soffre quelli argillosi ed eccessivamente umidi.

Propagazione
Esistono varie tecniche per la propagazione del Fico, senza dubbio la più rapida consiste nell'estirpare dei polloni radicati da piante adulte o ceppaie, oppure, un'altra tecnica usata soprattutto dai vivaisti, è la talea, che radica molto facilmente interrando pezzetti di ramo lunghi 30-40 cm e lasciando fuori dal terreno solo una gemma. La riproduzione per seme non è molto indicata poiché, le piante che si ottengono, non sono sempre fedeli alle caratteristiche della pianta madre. L'innesto è praticato soprattutto nei frutteti, nel caso in cui si voglia sostituire una varietà.
Forme di allevamento
Essendo una pianta rustica, il fico è coltivato con le forme che assume in modo naturale. Generalmente tende a crescere con un portamento cespuglioso, mentre, con semplici potature, si possono ottenere forme ad alberello con il fusto dell'altezza desiderata: basso a 30-50 cm da terra, medio a 90-110 cm e alto a 170-190 cm.
Concimazione
Non ha particolari esigenze, è sufficiente intervenire anche con abbondanti concimazioni organiche, letame maturo e stallatico, verso la fine dell'inverno.
Parassiti e Malattie
Il Fico è una pianta poco soggetta a particolari attacchi di parassiti e patogeni, sono in ogni caso possibili attacchi di cocciniglie, che colpiscono i rami e il fusto. Il marciume radicale e il tumore batterico sono le malattie più gravi che possono colpire il fico, l

Erbe aromatiche nell'orto

KAKI

Descrizione
Pianta originaria del Giappone e delle regioni montuose della Cina, arrivata in Europa nella seconda metà dell'ottocento ed è presente in Italia da oltre un secolo. Il kaki è un albero che può raggiungere anche i 12 mt d'altezza, ha la chioma globosa, le foglie sono ovaliformi con la pagina superiore lucida. Produce grossi frutti sferici di color arancione che normalmente non sono mangiabili appena raccolti, infatti, dopo la raccolta che avviene nel mese di novembre quando tutte le foglie sono cadute, per accelerare il processo di maturazione si usa disporli in cassette con alcune mele mature. Il kaki ha un altissimo valore biologico, la polpa contiene molte vitamine e proteine ed è ricca di zuccheri. Il kaki non ha particolari esigenze di terreno, preferisce però quelli freschi e profondi e non ama quelli calcarei e troppo umidi. Vive bene nelle zone a clima caldo e temperato, si adatta tuttavia anche a climi più freddi, dove però, temperature troppo rigide, (-7°, -10°), possono danneggiare la pianta, soprattutto le piante giovani, le quali sono molto sensibili alle basse temperature, in tal caso è necessario proteggerle, magari avvolgendo il fusto con dei fasci di paglia.
Portainnesti
Generalmente è usato il franco come portainnesto principale del kaki, mentre si cominciano ad utilizzare alcune varietà come il diospyros lotus il quale dà alle piante una buona resistenza al freddo e una sensibilità minore al cancro radicale.

Concimazione
Non ha particolari esigenze, è sufficiente intervenire anche con abbondanti concimazioni organiche, letame maturo e stallatico, durante la fine dell'inverno.
Le malattie
Il kaki non è particolarmente colpito da parassiti animali, ma sono possibili attacchi di cocciniglie che, se presenti in modo massiccio, possono causare un generale indebolimento della pianta. Per quanto riguarda le malattie di origine fungina, sono da segnalare possibili manifestazioni di muffa grigia che può provocare danni ai frutti, mentre l'oidio può colpire rami e foglie soprattutto se persiste un clima con elevato tasso di umidità

INNESTO A SPACCO

Con un oggetto tagliente fare uno spacco profondo circa 8/10 cm e quindi tagliare la marza a cuneo, facendo in modo che l'inizio del taglio abbia le stesse dimensioni dello spacco del portainnesto.
Inserire la marza nello spacco avendo particolare cura di fare combaciare perfettamente le zone del cambio esterno del gentile con quello del portainnesto.
Legare ben stretto in modo che la marza non si muova dalla sua sede, coprire con mastice il tutto avendo cura di riempire lo spacco.



MELANZANA

Generalità
il suo nome deriva da "mela insana", il frutto infatti contiene la solanina che tende a scomparire con la maturazione e scompare completamente con la cottura. E' una pianta annuale sufrutescente, con fusto rigido e ramificato alto fino a 80 cm.
Il frutto è una bacca con la parte superiore avvolta nel calice. Ha una forma allungata e arrotondata all' estremità, ed è spessa e di colore violaceo, o bianco.
Clima: ama il clima temperato caldo, teme il gelo e l'umidità.
Terreno:deve essere profondo e ricco di sostanze organice, il pH ottimale è quello neutro.
Avvicendamento: si coltiva all'inizio di una rotazione poiché è una pianta da rinnovo. E' buona norma non ripetere la coltivazione per circa tre - quattro anni sullo stesso appezzamento.
Consociazione: favorevole quella con cavoli, finocchio e lattughe.
Semina e messa a dimora: si effettua in semenzaio riscaldato: nel sud Italia in gennaio-febbraio, al centro-nord in marzo. Il seme sarà distribuito in ragione di 2 g per un metro quadro di semenzaio. Quando le piantine hanno raggiunto 6-7 cm di altezza ed hanno emesso la quinta foglia, si trapiantano in vivaio e dopo due mesi si piantano nell'orto alla distanza di cinquanta centimetri sulle file e settanta centimetri tra le file. L'operazione sarà effettuata da febbraio a maggio.

Concimazioni: la concimazione organica consiste nell'interramento profondo di tre quintali di letame per cento metri quadri di orto.
Cure Colturali: consistono nella scerbatura, e zappettatura per eliminare le erbe infestanti e arieggiare il terreno, nella sostituzione delle piantine morte e nella potatura o cimatura.
Raccolta: si effettua su frutti ancora non del tutto maturi, da giugno in poi sulle precoci, e si protrae per quattro o cinque mesi sulle varietà tardive.
Irrigazioni: l'irrigazione deve essere costante. Prima dell'allegagione si innaffia tre volte la settimana, poi una sola volta. Si dovrà aver cura di non bagnare le foglie per non creare situazioni che favoriscano lo sviluppo di malattie crittogame.
Avversità: fra le crittogame segnaliamo, la peronospora della melanzana che viene curata o prevenuta con irrorazioni di poltiglia bordolese.
I parassiti più comuni, sono il
ragnetto rosso, il vaiolo e la dorifora decemlineata che può rapidamente distruggere il raccolto. Quest'ultima si combatte praticando irrorazioni a base di arseniati.
Varietà:
Violetta lunga palermitana, viola scuro a frutto allungato; la Violetta lunga delle cascine con frutto violetto;
Violetta nana precoce a frutto piccolo.
La melanzana di Murcia con foglie e fusto spinosi, frutto violetto, rotondo;
La mostruosa di New York con frutto violetto enorme;
la tonda comune di Firenze, violetto pallido ibrido, con pochi semi, polpa tenera e compatta.

SEMENZAIO

SEMENZAIO

Alcune delle annuali e delle perenni da fiore che si coltivano generalmente in giardino sono di facile propagazione attraverso la semina; in questo modo potremo ottenere colori e varietà non facilmente reperibili in vivaio, visto che non sempre è facile trovare tutte le piante che desideriamo porre a dimora nelle nostre aiole.
Non è difficile ottenere piccole piantine da seme, ma è importante seguire alcune regole basilari.

Il materiale di partenza
E' fondamentale utilizzare sementi di buona qualità; la maggior parte delle piante da fiore coltivate in giardino sono ibridi di più specie, quindi dalle sementi da noi raccolte facilmente si ottengono piante leggermente diverse dalla pianta da cui abbiamo ottenuto i semi. Gli specialisti produttori di sementi invece riescono a fare in modo da ottenere dalle loro sementi piante tutte uguali; è importante però scegliere degli ottimi commercianti di sementi, che ci garantiscano l'aspetto delle future piantine. Altrimenti rischiamo di ottenere, ad esempio, viole di mille colori nell'aiola in cui intendevamo porre a dimora viole arancioni.
Spesso le sementi di migliore qualità sono leggermente più costose delle altre, ma ci garantiscono l'esito della semina; se invece vogliamo un effetto multicolor e non ci interessano per forza piante tutte uguali possiamo acquistare anche le sementi a caso, ricordando però che spesso ci capiterà di ottenere fiori semplici da bustine di piante a fiori doppi, o altri disguidi del genere.
Anche il terriccio è fondamentale per la semina; dobbiamo utilizzare un composto soffice e che mantenga l'umidità. Tradizionalmente si utilizza della torba sminuzzata, mescolata in parti uguali con della sabbia; prima della semina si inumidisce tale composto e lo si mantiene umido.
Se possibile prima di seminare è consigliabile procurarsi della vermiculite o della perlite, tali materiali inerti, leggeri e di colore chiaro, sono ottimi per ricoprire i semi, proteggerli dagli insetti e dalla siccità.

Come procedere
Buona parte delle piante da fiore può essere seminata direttamente a dimora; nei mesi primaverili, quando le temperature notturne sono già vicine ai 10-15°C, possiamo preparare l'aiola, lavorando bene il terreno con zappa e rastrello, in modo da ottenere una superficie liscia e soffice. annaffiamo bene l'aiola e procediamo seminando a spaglio, cercando di spargere le sementi in modo uniforme, evitando di creare zone troppo fitte o zone spoglie. Il terreno seminato andrà mantenuto umido fino a completa germinazione dei semi, per rendere difficile il disseccamento dello strato superficiale di substrato ricopriamo la zona seminata con perlite o vermiculite, che manterranno l'umidità, evitando di togliere la luce solare alle sementi.
Generalmente le piante che vengono seminate in piena terra sono quelle con apparato radicale delicato, come l'escolzia o il nasturzio, ma in genere tutte le piante presenti in natura nelle zone circostanti il giardino possono tranquillamente essere seminate in piena terra, direttamente a dimora.
Alcune piante invece vengono necessariamente seminate in semenzaio; questo metodo ci permette, prima di tutto di preparare le nostre piante da seme già in gennaio-febbraio, quando sarebbe impossibile seminare direttamente in giardino, a causa delle basse temperature notturne; in questo modo poi possiamo preparare già in inverno piantine di annuali e perenni non originarie dei nostri climi, ma provenienti dal sud America o dall'Africa, che quindi necessitano di alte temperature per germinare, cosicché avremo piccole piante già ben sviluppate in primavera.
La semina in semenzaio poi ci permette di preparare qualsiasi pianta in anticipo e quindi porre a dimora piante già ben sviluppate; in questo modo potremo preparare meglio le nostre aiole, scegliendo meglio dove posizionare ogni singola pianta.

Il semenzaio
Con il termine semenzaio si intende qualsiasi contenitore di terreno in cui seminare; in genere si utilizzano piccoli vasi, di diametro di 7-10 cm, ma possiamo facilmente reperire anche vassoi di semina a più fori, o anche vassoi rettangolari senza fori. E' bene procurarsi anche dei sottovasi per tali contenitori, in modo da poter bagnare il terreno senza toccare i semi.
Il contenitore da noi scelto va riempito di un miscuglio di sabbia e torba in parti uguali, quindi posto nel sottovaso ed annaffiato abbondantemente, in modo che tutto il composto contenuto sia ben umido. Quindi si procede alla semina; a seconda del tipo di seme prescelto si andrà a porre un singolo seme per ogni foro del semenzaio, o per ogni vasetto, oppure alcuni piccoli semi per ogni spazio. Si preme bene il seme, in modo che aderisca perfettamente alla superficie del substrato e quindi si copre con uno strato di pochi millimetri di vermiculite o di perlite, per mantenere l'umidità. Periodicamente andremo a vaporizzare la superficie del composto, o meglio ancora andremo ad aggiungere dell'acqua all'interno del sottovaso, in modo che inumidisca il substrato per capillarità.
Se intendiamo seminare pochi semi in piccoli contenitori possiamo anche pensare di inserire il semenzaio in una busta di plastica trasparente, in questo modo manterremo ancora meglio l'umidità.
I semenzaio vengono tenuti in zone con clima mite, in genere con minime non inferiori ai 10-12°C; in genere i vassoi per le semine non sono molto grandi, è quindi facile trovare un luogo in cui coltivarli: esistono anche piccole serre semenzaio.
Le piccole piante
Non appena i semi sono germinati procediamo, in piena terra, a diradare le piantine, mantenendo solo quelle meglio sviluppate; in semenzaio invece in genere otterremo il giusto numero di piante, se invece il nostro contenitore è sovraffollato procediamo a diradare i germogli. Ora possiamo estrarre il semenzaio dalla busta in plastica, se avessimo utilizzato questo espediente per mantenere maggiore umidità.
E' molto importante che le giovani piante possano godere di una buona illuminazione, in modo che abbiano uno sviluppo sano ed equilibrato; è fondamentale anche che le nostre future piante abbiano il giusto nutrimento: all'inizio della loro vita le piante possono sfruttare le sostanze nutritive presenti nel seme, con cui sviluppano le prime foglie e le prime piccole radici; in seguito però dovremo inserire dall'esterno acqua e sali minerali, in modo che la pianta possa produrre l'energia che le necessita tramite la fotosintesi.
Quindi non appena le piante hanno cominciato a sviluppare delle foglie uguali a quelle delle piante già sviluppate cominceremo ad aggiungere all'acqua delle annaffiature una piccola quantità di concime per piante da fiore.
A questo punto le piante in semenzaio verranno trapiantate in contenitori singoli, e quindi, dopo alcune settimane, in vaso o in giardino.





FRAGOLE

Generalità: piccola pianta perenne, alta 15-20 cm, originaria dell'Europa, dell'Asia e dell'America settentrionale. Forma piccoli ciuffi di foglie basali, sostenute da singoli fusti sottili, le foglie sono composte, cotituite da tre piccole foglie ovali, di colore verde brillante, più chiare e leggermente pelosette sulla pagina inferiore. In primavera e in tarda estate produce piccoli fiori, costituiti da cinque petali tondeggianti, di colore bianco o bianco-rosato; in primavera inoltrata e in estate producono numerosi piccoli frutti rossi, punteggiati dai semi. Le fragole di bosco sono commestibili ed utilizzate per preparare confetture e liquori, oltre che in erboristeria; in coltivazione si preferiscono altre varietà di fragaria, come ad esempio F. ananassa, ibrido di specie nord americane ed Europee, con frutti di dimensioni cospicue e fiori emafroditi ed esistono numerosissimi ibridi, sviluppati prevalentemente per produrre frutti per la tavola o per l'industria conserviera.
Esposizione: le fragole prediligono i luoghi freschi, ombreggiati o semiombreggiati; non temono il freddo anche se inverni particolarmente rigidi possono disseccare completamente la parte aerea della pianta, che si svilupperà senza problemi la primavera successiva; alcune specie di fragola crescono selvatiche nei nostri boschi.
Annaffiature: in primavera annaffiare regolarmente, soprattutto in caso di prolungata siccità; in estate è possibile sospendere le annaffiature, senza nuocere alle piante che sono a dimora da alcuni anni. Le fragole possono sopportare anche brevi periodi di siccità, ma le giovani piante, appena poste a dimora, necessitano di essere annaffiate in maniera abbondante, affinchè si sviluppino rapidamente, lasciando comunque asciugare il terreno tra un'annaffiatura e l'altra.
Terreno: prediligono un terreno soffice e sciolto, fresco e umido, come quello presente nel sottobosco, costituito da una buona percentuale di materia organica; per un miglior sviluppo di frutti è bene arricchire ogni anno il terreno con concime roganico ben maturo.
Moltiplicazione: i rizomi di fragola producono numerosissimi stoloni striscianti, al termine di ognuno dei quali si sivluppa una nuova pianta; queste piante si possono staccare dalla pianta madre e coltivare come piante singole; per una buona produzione di frutti ed un buon sviluppo delle piante è bene provvedere periodicamente allo sradicamento delle nuove piantine che si producono di anno in anno.
Parassiti e malattie: in genere le piante di fragola non si ammalano, anche se talvolta le foglie possono essere colpite da ruggine o da mal bianco; gli animali e gli insetti sono perà molto golosi dei frutti, che vengono consumati dalle lumache e dagli uccelli, in questo secondo caso può essere necessario coprire i filari di fragole con delle reti.

ERBA CIPOLLINA

Generalità: bulbosa perenne originaria dell'Europa e del continente Americano. Si presenta come un denso ciuffo di foglie tubolari, strette e lunghe, carnose, dal profumo pungente di aglio e cipolla, alte generalmente 30-40 cm; in primavera produce decorativi fiorellini globosi di colore rosa o porpora. Lo sviluppo tappezzante eprmette alla piccola pianta di allargarsi molto con il passare degli anni. La potatura, praticata per consumare le foglie dall'aroma pungente, fa in modo che la pianta abbia uno sviluppo basso e compatto.

Esposizione: cresce senza problemi sia al sole che all'ombra, ma predilige sicuramente l'ombra parziale; in inverno si può lasciare all'esterno, la parte aerea seccherà completamente per rispuntare l'anno successivo; proteggere la piantina con paglia o tessuto non tessuto dall'autunno fino all'inizio della primavera, per evitare che gelate troppo persistenti rovinino irreparabilmente i piccoli bulbi.
Terreno: predilige i terreni sciolti e ben drenati, ricchi di materiale organico. Concimare ogni 15-20 giorni nel periodo vegetativo, da marzo a ottobre.
Moltiplicazione: avviene per seme o per divisione dei cespi, nel primo caso le piante ottenute avranno facilmente fiori di colore diverso rispetto alla pianta madre.
Tecniche colturali: si consiglia di coltivare l'erba cipollina in un terreno ricco, che va mantenuto sempre leggermente umido, quindi annaffiare con regolarità, evitando in ogni caso la siccità; sfoltire i cespi troppo densi, per evitare che le foglie troppo compatte ingialliscano; tagliare i fiori prima che appassiscano per ottenere piante più vigorose.
Raccolta: l'erba cipollina si utilizza fresca, tagliandone la quantità desiderata appena prima dell'utilizzo.
Parassiti e malattie: solitamente questa pianta non soffre dell'attacco di parassiti e di malattie.

Valeriana

Generalità: la Valeriana è originaria delle Regioni dell'Europa Occidentale. Si tratta di arbusti perenni, completamente rustici, che crescono a cespuglio, fino a raggiungere i 50-80 cm di diametro e 1,5-2 metri in altezza. Le foglie sono di colore verde smeraldo e hanno forma lanceolata; i fiori sono piccoli, di colore bianco o rosa. La fioritura avviene durante il periodo estivo.

Esposizione: la pianta predilige generalmente le posizioni di pieno sole o di ombra parziale. Come tutte le piante rustiche resiste a temperature rigide anche fin a -10/-15 °C.

Terreno: deve essere umido. La Valeriana è adatta, infatti, a vivere in giardini naturali e in maniera selvatica.

Riproduzione: la propagazione della pianta avviene per divisione durante la primavera o l'autunno oppure tramite semina in primavera.

Tecniche colturali: la Valeriana cresce spontaneamente e rigogliosamente in regioni dal clima temperato caldo, come quelle dell'Europa Occidentale. In tali circostanze, la pianta cresce in modo selvatico e del tutto naturale.
Rinomate sono le sue proprietà "terapeutiche e medicali": alla Valeriana è associato, infatti, valore calmante, rilassante e lenitivo.
Da ricordare, inoltre, l'utilizzo della Valeriana in cucina: per insaporire i piatti o come insalata.

Raccolta: generalmente, in maniera indipendente dall'uso che se ne vuol fare, la raccolta delle foglie di Valeriana avviene alla fine del ciclo vegetativo della pianta., in autunno.

Varietà
: tra le varietà citiamo la cosiddetta Valeriana Greca, Polemonium Caeruleum, che si caratterizza per i fiori, campanule dal colore lavanda che si sviluppano in spighe durante l'estate. Per la bellezza dei fiori tale varietà di Valeriana è spesso utilizzata anche come pianta ornamentale, particolarmente adatta per bordure.

CAPPERO

Generalità: piccolo arbusto sempreverde, originario del bacino mediterraneo e dell’Asia centro-meridionale, molto diffuso anche in Italia. Può raggiungere il metro di altezza, e generalmente si sviluppa come coprisuolo o appesa a muri a secco o lungo le spaccature della roccia. Ha aspetto disordinato, molto ramificato e denso; le foglie sono arrotondate, cuoiose, di colore verde scuro, cerose; i fiori sono grandi, decorativi, di colore bianco o rosato, molto appariscenti, sbocciano in estate. In cucina si utilizzano i boccioli floreali e i frutti immaturi, che vengono conservati sott’aceto o sotto sale; hanno sapore molto intenso e piccante e vengono consumati in purezza, oppure utilizzati nella preparazione di salse o condimenti.


Esposizione: i capperi necessitano di posizioni molto soleggiate per svilupparsi al meglio; sono piante mediterranee e amano estati molto calde, con temperature anche superiori ai 35-40°C, e inverni miti, anche se possono sopportare brevi periodi di gelo non troppo intenso.Annaffiature: non necessitano di grandi quantità d’acqua, preferendo la siccità agli eccessi di annaffiature. Se coltivati in vaso necessitano di annaffiature solo quando il substrato è completamente secco da alcuni giorni.
Terreno: amano terreni poveri, asciutti, molto ben drenati. In natura crescono tra i sassi o nelle fessure di muri e rocce. Possiamo preparare un substrato ideale mescolando del terriccio per agrumi con una buona quantità di sabbia e di lapillo, in modo da ottenre un terriccio molto friabile ed incoerente.
Moltiplicazione: avviene per seme, utilizzando preferibilmente i semi freschi, che vanno seminati in gran numero data la scarsa germinabilita; se si reperiscono soltanto semi secchi è opportuno lasciarli alcune ore in acqua tiepida prima di seminarli. Solitamente alla fine dell’inverno si procede alla propagazione dei capperi utilizzando i rami potati come talee; in questo modo già in due anni si può ottenere una pianta con numerosi fiori.
Parassiti e malattie: generalmente i capperi non vengono colpiti da parassiti o da malattie.

Coltivazione degli asparagi

RIBES

Generalità: insieme a ribes sativum, a frutto bianco, e a ribes nigrum, a frutto nero-violaceo, questo arbusto a foglia caduca, di dimensioni vicine ai 120-150 cm, è diffuso in Europa, nell'America settentrionale e in Asia. Costituisce una ceppaia vigorosa, da cui si dipartono fusti eretti, cilindrici, rigidi, scarsamente ramificati; le foglie sono di colore verde intenso e presentano 3-5 lobi, con margine dentato. In primavera produce piccoli grappoli costituiti da 15-20 fiorellini biancastri, che, in tarda primavera, o all'inizio dell'estate, lasciano il posto a piccoli frutti tondeggianti, lucidi, polposi, dal sapore molto aromatico, soprattutto nel caso di R. nigrum. Il ribes viene utilizzato per il consumo fresco, oppure per preparare conserve di frutta o come aromatizzante. Un particolare tipo di Ribes è l'uva spina, R. uva-crispa, con frutti più grandi, che crescono in piccoli grappoli su fusti spinosi, molto vigorosi; ha un sapore più dolce rispetto al ribes comune.


Esposizione: per una maggiore produzione di frutti i ribes preferiscono essere posti a dimora in luogo soleggiato, o comunque molto luminoso; in effetti però queste piante si sviluppano senza problemi anche all'ombra o a mezz'ombra. Non temono il freddo, neanche durante inverni particolarmente rigidi; nei luoghi con estati molto calde necessitano di essere ombreggiati, soprattutto durante i mesi di luglio e agosto. Ribes posti a dimora in luoghi con medie annuali particolarmente alte possono non produrre fruttti.
Annaffiature: questi arbusti in genere si accontentano delle piogge e non necessitano di grandi quantità d'acqua; in periodi di prolungata siccità e durante la maturazione dei frutti sono consigliabili annaffiature saltuarie. In primavera e in autunno interrare del concime organico maturo ai piedi della ceppaia.
Terreno: il ribes ama i terreni profondi, sciolti e ricchi di materia organica; in genere è in grado di adattarsi a qualsiasi tipo di terreno, tranne quelli troppo bagnati o acidi. Le piante di ribes tendono a produrre numerosi polloni basali, che fruttificano a partire dal secondo anno per 2-3 anni; in genere si tende a potare i rami che hanno già fruttificato per alcuni anni e anche alcuni dei nuovi polloni basali se questi sono molto numerosi.
Moltiplicazione: in genere si pratica per talea legnosa, utilizzando porzioni di fusto che abbiano almeno due anni.
Parassiti e malattie: il ribes è una pianta vigorosa ed esente da parassiti e malattie; occasionalmente può venire colpita da mal bianco.

Esposizione: per una maggiore produzione di frutti i ribes preferiscono essere posti a dimora in luogo soleggiato, o comunque molto luminoso; in effetti però queste piante si sviluppano senza problemi anche all'ombra o a mezz'ombra. Non temono il freddo, neanche durante inverni particolarmente rigidi; nei luoghi con estati molto calde necessitano di essere ombreggiati, soprattutto durante i mesi di luglio e agosto. Ribes posti a dimora in luoghi con medie annuali particolarmente alte possono non produrre fruttti.
Annaffiature: questi arbusti in genere si accontentano delle piogge e non necessitano di grandi quantità d'acqua; in periodi di prolungata siccità e durante la maturazione dei frutti sono consigliabili annaffiature saltuarie. In primavera e in autunno interrare del concime organico maturo ai piedi della ceppaia.
Terreno: il ribes ama i terreni profondi, sciolti e ricchi di materia organica; in genere è in grado di adattarsi a qualsiasi tipo di terreno, tranne quelli troppo bagnati o acidi. Le piante di ribes tendono a produrre numerosi polloni basali, che fruttificano a partire dal secondo anno per 2-3 anni; in genere si tende a potare i rami che hanno già fruttificato per alcuni anni e anche alcuni dei nuovi polloni basali se questi sono molto numerosi.
Moltiplicazione: in genere si pratica per talea legnosa, utilizzando porzioni di fusto che abbiano almeno due anni.
Parassiti e malattie: il ribes è una pianta vigorosa ed esente da parassiti e malattie; occasionalmente può venire colpita da mal bianco.

ROVO-MORE

Generalità: arbusto perenne, sarmentoso, semisempreverde, originario dell'Europa centro-meridionale. Costituisce una grossa ceppaia, da cui si dipartono numerosissimi fusti sottili, costoluti e arcuati, ricoperti da moltissime piccole spine arcuate; ogni anno produce molti polloni, che si possono sviluppare anche per alcuni metri in una sola stagione; i fusti sono densamente ramificati e talvolta prostrati, a formare un intrico spesso e impenetrabile. Le foglie sono composte, costituite da piccole foglie ovali, dentate, di colore verde scuro sulla pagina superiore, bianco sulla pagina inferiore. I fusti di un anno producono, a fine primavera, o all'inizio dell'estate, delle infiorescenze terminali a forma di pannocchia, costituite da piccoli fiori bianchi o rosati; in estate inoltrata produce i piccoli frutti verdi, che divengono neri a maturazione, commestibili. Sono tondeggianti, costituiti da alcune piccole drupe tonde, che contengono un singolo seme; dopo la fruttificazione i fusti disseccano. Le more sono frutti molto apprezzati crudi, oppure utilizzati per la produzione di confetture o di liquori; R. fruticosus è molto coltivato anche nei giardini per la particolarità di non avere spine, i frutti di questo rovo non sono molto dolci da crudi, ma sono ideali per preparare marmellate. Alcuni rovi vengono coltivati come piante decorative, presentando fioriture molto appariscenti, come R. spectabilis e R. odoratus.





Esposizione: i rovi preferiscono luoghi soleggiati, in natura si sviluppano ai bordi dei boschi, lungo scarpate e in radure soleggiate; non temono il freddo e si adattano a molteplici condizioni, talvolta diventando infestanti

Annaffiature: in genere possono sopportare periodi anche lunghi di siccità, accontentandosi delle piogge; per ottenere un raccolto migliore è però consigliabile fornire regolarmente acqua da maggio ad agosto, lasciando sempre asciugare bene il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. Per un corretto sviluppo delle piante è bene interrare ai piedi della ceppaia del concime organico ben maturo, in autunno e all'inizio della primavera.
Terreno: i rovi si sviluppano su qualsiasi terreno, preferendo i suoli sassosi, molto ben dreanti.
Moltiplicazione: in genere avviene per propaggine o per talea; i nuovi polloni radicano molto facilmente se separati dalla ceppaia pricipale a fine inverno o all'inizio della primavera.
Parassiti e malattie: questa pianta è molto rustica e resistente, ma spesso le infiorescenze vengono attaccate dagli afidi, e talvolta le foglie vengono colpite da mal bianco.